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Visualizzazione dei post da ottobre, 2020

CHE SIAMO IN EQUILIBRIO SULLA PAROLA INSIEME

    Ricordo quando andavamo ai giardini, io e te, da bambini, e ci piaceva tanto giocare su quella giostra ove si stava in equilibrio, in alto, solo se si pesava uguale. Tu pesavi sempre meno, perché eri una bambina, e non riuscivamo mai a stare su insieme se non per qualche secondo. E mi gridavi: “togliti il giubbotto!”, “togliti le scarpe!”, perché io pesassi meno.. Inevitabilmente calavo giù io, e per dispetto ti lasciavo su a lungo, finchè non ti arrabbiavi davvero. Allora con una spinta salivo e tu, bambina, scendevi dalla giostrina guardandomi indispettita. Poi mi aspettavi, e andavamo sulle altalene, dove l’equilibrio era solitario ed autonomamente ricercato. Ora sei più pesante di me, hai avuto tre gravidanze, tre figli meravigliosi, di cui solo due sono con noi ora. Il peso degli anni e delle sconfitte si è attaccato al tuo corpo come il guscio di una cozza, nero e rasposo, per rendere più gravoso il tuo incedere. Io sono grigio e sordo, cammino col bastone, un baccalà dime

Chiudere? No, aprire!

Nel banale dilemma che attanaglia oggi il nostro bel paese, e cioè se sia meglio finire in ospedale col covid o finire davanti al giudice per tasse non pagate o ancora finire in mensa dei poveri coi figli per mancanza di denaro, o essere derubati e picchiati in casa per fame altrui, io avrei una soluzione, che esplicherò qui ora. Primariamente bisogna dire che il dilemma è tutto fuorchè banale in quanto abbiamo una buona percentuale statistica di probabilità che una delle cose sopra descritte avvenga. Infatti tutta la popolazione è soggetta ad una di queste probabilità: chi si salva dal covid e dalla fame potrebbe venir derubato dagli altri oppure beccarsi una legnata in testa mentre va alle poste. La malattia fa paura, la fame fa paura, la rabbia fa paura. Sono le tre bestie che girano indisturbate per la strada. Indisturbate perchè nessuno le governa: non riescono i governanti che nonostante il termine, non governano, non riescono i medici, che, dopo tante bugie e improvvisazioni, no

Musica Indiana: nord e sud

La Musica Indiana si suddivide in due grandi sotto-insiemi, geograficamente divisi come divisi sono stati storicamente dai fatti geopolitici, dalle conquiste e dalle guerre.  La conquista islamica dell’India ha origine durante il Medioevo, e ha avuto le sue maggiori influenze dove potè dominare indisturbata, nel Nord dell’India.  Al Sud infatti non riuscì a penetrare profondamente e dal punto di vista culturale le tradizioni e la cultura indiana rimasero poco influenzate. Nord e Sud musicale indiano  

Incertezza

Nulla è peggior tremore  dell'incertezza.  Il passo appare malfermo,  e il guardo ha confini ovunque.  Velature e ombre  che impediscono il pensiero,  la mente si ferma, senza quiete.  Aspetta un chiarore all'orizzonte,  per capire dove volgere il suo aspettare  che sa, infine, qualcosa, di sè.  Margherita Zoni

Il padre

    Lo vidi riflesso nello specchio, mentre si allacciava i pantaloni e sistemava la cintura. Sbirciavo da dietro la porta, vedevo questo padre che non conoscevo più, sempre assente, sempre fuori per lavoro. Conoscevo di lui solo i libri dell’immensa biblioteca della nostra casa, la villa ove io e mia madre vivevamo, quasi senza lui. Ed ora finalmente guardavo la sua figura nell’intimità e coglievo di lui qualcosa di lontano, un bagliore, un sorriso intimo, famigliare, mentre si rimirava allo specchio… Poi mi vide e disse, “entra Ghita”. Ghita era il nomignolo che usava solo lui, quando ero piccola, per chiamarmi. Era tornato, finalmente, mio padre.   Margherita Zoni

Albino

Trovai Albino per strada.  Era stato abbandonato, o forse si era perso, ritengo fosse più probabile l’abbandono.   Anche se, a dire la verità, negli anni '80 meno regole, meno problemi, più semplicità….i cani non avevano il collare, in campagna erano liberi di andare e venire...poi tornavano a casa loro. Ma Albino no, non aveva più una casa, perché girava con lo sguardo di chi cerca qualcosa, di chi aspettava, fiero e libero, che qualcuno si accorgesse di lui.  Era un meticcio spinone…..bianco.  Lo trovai mentre tornavo dall’allenamento di calcio, era verso sera.  Ci guardammo, lo chiamai, mi seguì.  Il suo passo felice dietro di me era speciale.  Era il mio cane, lo fu subito. Lo chiamai Albino in onore al fatto che era bianco bianco.  Una volta a casa mia madre storse il naso….fra cani e gatti in campagna c’era sempre qualcuno in più cui dare da mangiare e occhi ovunque che ti cercano.  Noi avevamo le galline, i maiali, gatti e un casoin , un negozietto di alimentari dove la gent

GLI IBISCHI

    Qui, dove ora stava camminando con lui, vi era un’aiuola fiorita di ibischi. Mentre lui parlava della sua causa lei immaginava un matrimonio pieno di ibischi dai mille colori, che ornassero l’altare ma anche, perché no, un cappello di paglia dalla tesa larga, il bouquet. Avrebbe indossato un abito di organza e seta, con molti veli e tessuto che sarebbe volato qua e là. Non bianco, l’età renderebbe ridicolo questo colore…no, pervinca, o lilla. “Mia figlia non vuole che io ti frequenti, ti ritiene troppo vecchia per me” – egli disse. E tutti i suoi sogni si chiusero, come sarebbe accaduto agli ibischi la sera stessa.   Margherita Zoni

Anima

  E' tra i fiori di campo o inquieta che mi parli col silenzio di un profumo. Un'alba mi trova dove un tramonto m'ha lasciato; ma è la vita il mio tempo fedele dove la bellezza ha ancora il sito antico delle attese più care. Allora giorni, figli dell'aria, andate; le presenze buone mi rasentano già ogni istante vive la melodia delle sillabe d'oro.                Alberto Zoni Questa poesia di mio padre ebbe un diploma di merito in un concorso a Parma, nel 1992, non so quale, ma vorrei tanto saperlo...

Nuovi venti

Nuovi venti soffiano da Nord e mi costringono a muovermi. La mente chiusa non avrà luoghi ove andare. Per questo è necessario pensare.